Che differenza c’è?
https://www.farmaciasanlorenzoparabiago.it/wp-content/uploads/2018/10/FB_IMG_1540299902210.jpg 478 319 Carlo Dr. Taiariol Carlo Dr. Taiariol https://secure.gravatar.com/avatar/05ebae7932e34e25ecde167c3fb880ce?s=96&d=mm&r=gASPIRINA, ASPIRINETTA e CARDIOASPIRINA
In farmacia capita spesso di dover rispondere a domande solo apparentemente semplici e banali. Un esempio classico è: “ma che differenza c’è tra…?”
Rispondiamo qui proprio a questa domanda, focalizzandoci su tre specialità farmaceutiche: Aspirina, Cardioaspirina e Aspirinetta. Tre farmaci ed un solo principio attivo: l’Acido Acetil-Salicilico. Uno dei farmaci più antichi e conosciuti, vero capostipite della classe degli antinfiammatori non steroidei (FANS), con molteplici proprietà terapeutiche, la principale legata all’azione antinfiammatoria, dovuta all’inibizione della ciclossigenasi di tipo 2 (COX-2) responsabile della cascata infiammatoria. Altra proprietà terapeutica non trascurabile, correlata ad un effetto indesiderato della molecola stessa, è l’azione anti-aggregante (da non confondere con un’azione anti-coagulante). La differenza tra le tre specialità non va quindi ricercata nel principio attivo ma nel dosaggio:
- L’Aspirina ha un dosaggio che arriva fino a 500 mg, superiore rispetto alle altre specialità; viene utilizzata e prescritta esclusivamente per la sua azione antinfiammatoria.
- L’Aspirinetta è presente sul mercato ad un dosaggio pari a 100 mg. Ha attività prevalentemente anti-aggregante e fluidifica il sangue opponendosi alla formazione di trombi e coaguli in generale. Viene quindi utilizzata per prevenire il rischio di ictus o altre problematiche cardiovascolari.
- La Cardioaspirina si differenzia dall’Aspirinetta non per il dosaggio, sempre 100 mg di principio attivo, ma dalla formulazione costituita da un rivestimento gastro-resistente. La compressa non si dissolve a livello gastrico bensì a livello intestinale e questo permette di ridurre l’attività gastrolesiva di questa classe farmaceutica.
Come comportarsi?
In caso di assunzione cronica o prolungata di queste specialità, bisogna porre attenzione soprattutto alla loro attività lesiva ai danni della mucosa gastrica. Proprio per questo è consigliato assumere tali farmaci in corrispondenza dei pasti e in caso non dovesse bastare, in accordo con il proprio medico si può combinare alla cura dei protettori gastrici (ad esempio i PPI, inibitori della pompa protonica). In contrapposizione a questo, recenti teorie suggeriscono l’assunzione di cardioaspirina la sera prima di coricarsi, poiché la maggior probabilità di insorgenza di eventi cardiovascolari è riscontrabile soprattuto al mattino (studio dell’American Hearth Association). Quando si assumono farmaci anti-aggreganti e anti-coagulanti bisogna prestare attenzione a ferite ed emorragie.
Come agisce l’aspirinetta?
L’Acido Acetilsalicilico già a bassi dosaggi è in grado di andare ad inibire la formazione di Trombossano A2 (TXA2), tramite un’azione specifica inibente dell’enzima ciclossigenasi. Il trombossano favorisce fisiologicamente l’aggregazione delle piastrine per modifica della loro struttura e forma. Venendo meno questa molecola, inibendo l’enzima che la produce, le piastrine non si aggregano più e quindi il sangue si fluidifica: l’acido acetilsalicilico determina una riduzione del 97-99% della sintesi piastrinica di TXA2 nei soggetti sani. Il trattamento prevede un dosaggio di 325 mg/die (approvato dalla FDA) per la profilassi primaria dell’infarto miocardico.
Il monitoraggio di questi farmaci viene effettuato ogni giorno da tutti i medici e farmacisti presenti sul territorio.